Se da una parte si parla di valori immobiliari tornati a cavalcare con convinzione verso l’alto, dall’altra molti economisti concordano sul fatto che il boom di oggi si basi su valori fondamentali più solidi rispetto a boom immobiliari del recente passato, come riportato dal giornale The Real Deal.
Durante le impennate degli anni 80, 90 e inizio 2000, i prezzi salirono di molto in archi di tempo relativamente brevi. In quei periodi furono costruiti molti più appartamenti rispetto alla situazione attuale.
Il boom degli anni 90 portò con se un aumento dei prezzi del 84%; mentre quello dei primi anni 2000 uno del 116% (secondo i dati della società di statistiche immobiliari Miller Samuel). Questa volta i prezzi sono cresciuti “solo” del 19% dal primo trimestre del 2013, momento in cui cominciarono a riprendersi in maniera sostenuta dopo la discesa legata all’ultima crisi finanziaria. Fra il 2010 e il 2013 il mercato si riprese ma in maniera moderata.
Nel contesto dei boom precedenti, sembra che ci troviamo ancora in un momento iniziale della crescita, dice il presidente di Miller Samuel; anche se i prezzi sono in un trend positivo che dura da 27 mesi consecutivi (il secondo periodo di crescita più lungo dal 2003).
L’avanzamento dei prezzi è stato relativamente lento dice Alan Lightfeldt di StreetEasy, ma ciò è in linea con una dinamica di mercato sana; la quale si contrappone a quella del 2006-2007 quando in un periodo di 19 mesi i prezzi salirono all’impazzata prima di crollare nel 2008. Prima del crollo i prezzi salirono a causa del credito ai privati dato dalle banche in maniera scriteriata, nuovi condomini venivano costruiti a destra e sinistra mentre i proprietari cercavano di vendere al picco del mercato.
Ora invece i valori stanno salendo per ragioni differenti. Molti proprietari non vendono ancora perché’ non possiedono una percentuale di “equity” (la differenza fra il valore dell’immobile e il mutuo dovuto alla banca) sostanziale, quindi il loro guadagno sarebbe relativo.
La maggior parte dei brokers concorda sul fatto che una crescita dei prezzi non eccessiva sia una cosa positiva.
Dopo il tracollo avvenuto negli anni 80, la ripresa prese la forma di una “V”, nel senso che i valori scesero velocemente e risalirono velocemente. La ripresa degli ultimi anni ha invece la forma di una “L”, nel senso che la discesa è stata veloce mentre il recupero è stato più lento: una fase di ripresa timida dal 2010 al 2013 e quindi una di ripresa convincente dal 2013 ad oggi.
L’anno scorso furono costruiti 2.400 nuovi appartamenti, mentre quest’anno se ne stimano 6.000.
Questa cifra rimane comunque di molto inferiore alle 8.000 unità lanciate nel 2007.
Oggi il mercato dei nuovi appartamenti rappresenta il 10% delle vendite a Manhattan mentre nel 2006 rappresentava il 58% delle vendite.
New York ha ora una economia molto più diversificata rispetto a 10 o 15 anni fa (si pensi a moda, tecnologia, design…tutti settori in forte crescita); ciò stabilizza ancor più il mercato portando con se nuove risorse e domanda interna.
ShareAPR
2015