Prendiamo un dato: il mese scorso una palazzina mono familiare nella zona Upper West Side è stata venduta al nuovo record per quella zona/tipologia: $20 milioni.
Certo una sola transazione non significa molto ma data la sua particolarità è comunque sintomo di un cambiamento di atteggiamento da parte del compratore sofisticato.
Dall’altro lato il potenziale venditore comincia a rendersi conto che la situazione è meno buia di qualche mese fa; adesso chi si trova nella condizione di aver acquistato un immobile prima del 2005 ha buone possibilità di rivenderlo con profitto, anche se modesto, e investire in un appartamento di più spazioso se ne ha il desiderio.
Se in precedenza tutto era più o meno bloccato, ora invece il venditore sa che se il suo immobile è prezzato correttamente sarà in grado di venderlo; in questo momento è forse più preoccupato dal trovare la giusta unità per le sue nuove esigenze.
Di conseguenza si prevede che ci sia un discreto aumento del magazzino (proprietà sul mercato) nelle prossime settimane e che i prodotti migliori prezzati ragionevolmente saranno i primi ad essere comprati.
Ed anche se si considerano recenti transazioni da parte di chi aveva comprato fra il 2005 ed il 2008 la realtà sembra meno nera delle più macabre fantasie che sono ronzate nella mente di molti nell’ultimo periodo.
Infatti i dati di PropertShark dicono che a Manhattan le vendite avvenute nel periodo Ottobre 2009-Gennaio 2010 da parte di chi aveva acquistato nel periodo 2005-2008 hanno portato in 389 casi ad un profitto ed in 372 ad una perdita; la stessa statistica dice che a Brooklyn ci sono state 201 vendite con profitto mentre 248 sono state quelle che hanno portato ad una perdita.
Esiste un dibattito fra vari esperti del settore sulla applicabilità dell’indice Case-Shiller al mercato NYC ed in particolare Manhattan.
L’indice, che molti di voi conosceranno, viene spesso citato in articoli e programmi televisivi; comprende le 20 città più importanti d’America ed è sostanzialmente un indice che prende in considerazione case mono familiari.
In generale è ritenuto una solida misura per comprendere le tendenze generali di un mercato ma alcuni criticano il suo utilizzo nel caso di Manhattan data la diversità di prodotto presente nella stessa. Infatti l’indice non considera la stragrande maggioranza degli immobili presenti qui ovvero il 98% del mercato formato da co-ops e condos.
Per esempio un operatore locale che offre statistiche sulla base dei dati pubblici del Department of Finance: Miller Samuel presenta una sostanziale differenza dai dati Case-Shiller per il mese di Dicembre 2009 per quanto riguarda New York; Case-Shiller segnalava un declino del 6,3% del prezzo medio degli immobili su base annua mentre Miller Samuel, che comprende co-ops e condos, un declino del 12,7%.
Intanto un altro report fornito da una delle più grandi società di brokeraggio dice che fra Gennaio e Febbraio di quest’anno c’e’ stato un aumento del 23% delle vendite di co-ops mentre le vendite di condos sono aumentate del 9%.
Un progetto degno di nota nella zona di Brooklyn è il nuovo Barclays Center; una nuova mega arena da 18.000 posti per la squadra di basket Nets.
Il mese scorso si sono cominciati i lavori con la benedizione del sindaco Michael Bloomberg.
Il complesso rappresenta il più grande investimento privato nella storia di Brooklyn.
Alla faccia della defunta recessione.
Altro fattore positivo per molti costruttori è il raggiungimento del fatidico 50% del venduto. Nei mesi scorsi i condomini infatti stentavano ad essere venduti perché le banche erano restie a finanziare i potenziali acquirenti di un progetto che era al di sotto di questa soglia.
Ora invece parecchi di questi hanno superato questa soglia ed i mutui possono essere garantiti da organismi para statali come Fannie Mae e Freddie Mac.
Il risultato è che le vendite sono aumentate notevolmente negli ultimi mesi.
Per esempio il costruttore del condominio Hudson Hill sito vicino Columbus Circle dice: “Il mercato è cambiato molto nelle ultime 7-8 settimane; se prima vendevamo 2 appartamenti al mese recentemente ne vendiamo 2 alla settimana”.
In alcuni casi si parla già di magazzino insufficiente a far fronte alle richieste di una domanda che sta crescendo.
Ed anche per questa volta è tutto cari lettori.
Rimango a vostra disposizione per qualsiasi domanda riguardante il vostro prossimo investimento immobiliare nella Grande Mela; rimarrete piacevolmente sorpresi nell’imparare quanto il processo sia semplice e relativamente poco costoso se confrontato con una compravendita in Italia.
Sarò lieto di inviarvi proposte!
Un caro saluto,
Riccardo Ravasini
APR
2010